Bonsai non è solo piante, filo e tronchesi, ma tutta una serie di accessori tra i quali ci sono i vasi e i tavolini da esposizione. Continua a leggere→
Domenica 18-12-2012 si è svolto il tanto atteso workshop, tavoli pieni di piante, molti partecipanti e tanta voglia di fare sotto la consueta supervisione del Maestro Alfredo Salaccione. Continua a leggere→
Era circa la metà dell’anno 2009 quando vidi sui bancali questo mirto. La pianta mi piacque subito e sotto la guida esperta del Maestro Alfredo Salaccione iniziai con lei la solita trafila per trasformarla in un bonsai. Continua a leggere→
Sono molto affezionata a questa pianta, mantenuta in vita nel corso di molti anni, che ha subito vari tipi di lavorazione in tempi in cui la mia esperienza era davvero assai limitata. Essa non ha mai attirato l’attenzione dei vari maestri a cui l’ho sottoposta probabilmente a causa dell’eccessiva uniformità nella grossezza dei tronchi.
Nel 1991, in occasione di un seminario con Genotti, ho acquistato questo tasso che ho impostato a zattera con il suo aiuto. Per ottenere questo stile la pianta è stata interrata nel vaso coricata e dovrà emettere radici lungo il vecchio tronco.
Nel marzo del 1993 ho effettuato un rinvaso rilevando che due tronchi erano troppo alti rispetto al tronco originario e che non c’era traccia di nuove radici. Ecco come si presentava in questa fase:
Nel marzo 1994 ho provato a togliere la corteccia alla base del vecchio tronco interrato mettendo ormoni radicanti e ho piantato il tasso in piena terra.
Nel 1996, ad aprile, ho tolto la pianta da terra e l’ho messa in vaso anche se le radici non erano ancora a posto. Mi sono resa conto subito che bisognava ricominciare da capo per ottenere le radici e ad ottobre l’ho nuovamente riportata in piena terra rifacendo l’operazione di scortecciamento.
Ad aprile del 1998 ho lavorato ad un seminario con Andolfo. Le radici erano abbondanti e ho potuto rinvasarla in vaso di coltivazione grande.
Fino al 2000 non ho fatto praticamente alcuna attività se non la pinzatura dei germogli e la vegetazione non ha progredito granché. Ad ottobre 2001 ho rinvasato eliminando una radice grossa che lasciava il vecchio tronco troppo alto rispetto al vaso.
Ad ottobre 2002 ho impostato una seconda volta con Andolfo che ha effettuato il disegno di come poteva essere il progetto di arrivo della pianta
Nel novembre del 2003 ho portato la zattera al corso con Hideo Suzuki sperando che il suo intervento mi mettesse in condizione di ottenere un posizionamento dei tronchi finalmente definitivo. Ne è derivata una inversione del fronte con riposizionamento dei tronchi perché alcuni non erano visibili dal fronte stesso. Uno dei tronchi è stato abbassato alla base fissandolo con un tirante che scendeva sotto il vaso. Restava una zattera con tronchi di diametro troppo simile, ma almeno si vedevano tutti.
A marzo del 2006 ho messo in un vaso definitivo rettangolare, grigio.
Permanendo la mia insoddisfazione sulla posizione dei tronchi, a marzo 2007 ho messo un morsetto sul tronco principale per migliorare sempre più la visibilità dei tronchi fra di loro.
Permanendo la mia insoddisfazione sulla posizione dei tronchi, a marzo 2007 ho messo un morsetto sul tronco principale per migliorare sempre più la visibilità dei tronchi fra di loro. A settembre 2008 la pianta si presentava in questo modo:
A marzo 2009, durante un seminario con Dino, abbiamo ancora una volta tentato di migliorare la posizione dei tronchi fra di loro mettendo dei tiranti per migliorare la posizione dei tronchi dato che essi si presentano ancora ‘spampanati’ verso l’esterno e poi abbiamo legato e impostato i palchi. In seguito ho applicato un morsetto costruito ad hoc per migliorare il tronco posteriore di destra che ho lasciato fino a novembre.
A luglio comunque la pianta si presentava come sopra. A marzo 2011 ho effettuato un rinvaso. A ottobre 2012, durante un seminario al club, ancora insoddisfatta dell’aspetto ‘spampanato’, con l’aiuto di Dino abbiamo riposizionato con tiranti il tronco principale e il terzo da sinistra. Adesso mi pare proprio che il risultato globale sia valido. Dovranno essere fatti degli shari in corrispondenza dei vari jin e dovrò finalmente (ammetto di avere fatto troppo poco in passato) curare la vegetazione. Dovrò anche rinvasare spostando la zattera verso sinistra e valutare il vaso definitivo. Ecco il risultato dopo la revisione del progetto.
Sono entrato in possesso di questo bosso francese nel 2008, mi era piaciuto subito per il suo tronco possente e per quella strana gobba che faceva immaginare il personaggio del romanzo di Victor Hugo “Il gobbo di Notre-Dame”. Continua a leggere→
Sarà la primavera, sarà il dopo Arco, sta di fatto che ieri sera i soci hanno portato tantissime piante, e come al solito è stata una bella e interessante lezione! Continua a leggere→